C’è chi lo fa per mestiere e chi invece per diletto, ma una cosa è certa: lavorare il legno è una delle arti più antiche e tradizionali che esistano. Rimanda con la mente a lavori artigianali che mai cadranno in disuso e, oggi, la lavorazione del legno diviene uno degli hobby maggiormente apprezzati da chi ama il fai da te. Non è difficile comprenderne le ragioni.
Sono tante le cose che si possono realizzare, e una volta imparati i trucchi base ci si ritroverà a trattare il legno anche come un pregiato elemento da rinnovare. É il caso del restauro di mobili antichi.
Iniziamo dal principio, e vediamo insieme qualche suggerimento per avvicinarsi al mestiere più antico del mondo. Questi consigli su come lavorare il legno saranno utili anche a coloro che si avvicinano per la prima volta al legno e a tutto ciò che lo circonda.
Il legno può essere lavorato in vari modi: si può scolpire, intagliare, trattare per il restauro e verniciare. Se si punta a procedimenti professionali, serviranno attrezzature dai costi non proprio indifferenti. Se invece si tratta di una pratica principalmente hobbistica, bisogna armarsi di piccoli utensili e di moltissima pazienza e tempo utile. Dopotutto un lavoro a mano, o artigianale, per essere compiuto ha sempre necessità di tempo, cura e meticolosità: la fretta e il legno non vanno d’accordo.
Gli utensili indispensabili variano secondo il lavoro specifico che si dovrà svolgere, è pur vero che di certo si avrà bisogno di un banco da lavoro. Raspe e lime di diverse dimensioni, un mazzuolo, bulini, carta vetrata per smussare angoli e imperfezioni, e naturalmente l’imprescindibile scalpello. Per scolpire il legno la prima cosa da fare è procurarsi la giusta qualità, quella che risponde meglio ai canoni di morbidezza e duttilità. Questo consente di lavorare meglio e senza dover compiere eccessivi sforzi.
L’orientamento migliore è il legno Jelutong, che ha una tessitura piuttosto fine e malleabile, e si essicca bene, qualora lo si voglia trattare successivamente alla lavorazione. Altri legni teneri sono il cedro e il mogano, ma sicuramente quello di abete è da evitare, se si vuole scolpire con facilità.
Prima d’iniziare a scolpire il legno bisogna osservarlo. Osservare il legno sembra una pratica banale, tuttavia è indicativa di ciò che ci apprestiamo a fare. Ogni pezzo di legno, seppur della stessa origine, presenta delle peculiarità che lo caratterizzano: venature, piccole crepe, radici e ripieghi naturali. Ognuna di queste peculiarità può dare vita a un progetto diverso, o dar luogo alla necessità di scolpirlo in un modo piuttosto che in un altro. L’originalità è alla base di quest’arte.
Secondo il progetto che vorrete realizzare, procuratevi sempre un pezzo di legno decisamente più grande. Questo perché, scolpendolo, se ne butterà via moltissimo, quasi il 70%. Una volta deciso cosa si vuole realizzare, e il consiglio è d’iniziare con piccoli oggetti, vanno prese bene le misure. Si comincia a scolpire il legno scalfendo uno strato sottile della superficie, ma facendo molta attenzione a non intaccare assolutamente la parte più centrale.
Con sgorbia e martello si può puntellare fino a creare ciò che si desidera, in base al progetto iniziale. Gli eccessi e le rifiniture si possono agevolmente eseguire con l’aiuto di un taglierino.
L’intaglio del legno si può effettuare in tre modi diversi, uno più affascinante dell’altro. Il primo è chiamato a tacche o punta di coltello, servirà anche squadra e compasso, e si usa per disegni più geometrici. Il secondo è quello floreale, che necessita di scalpelli e sgorbie, molto creativo e dai risultati più scenici. Il terzo si definisce intaglio gotico, destinato ai veri esperti e richiede utensili super affilati per scalfire il legno in profondità ma armonicamente.
Il trattamento del legno finalizzato alla restaurazione di mobili è un’altra lavorazione importante. Il primo consiglio da seguire è munirsi del giusto materiale: carta vetrata, impregnante e vernici idonee alla lavorazione del legno. Si tratta di vernici in grado di proteggere il legno dalla naturale usura del tempo. Sono, di solito, ad acqua, ecologiche, e vanno a creare una sottile patina protettiva. La carta vetrata si rende necessaria nel caso di mobili che necessitano di ritrovare una superficie liscia, magari perché corrosa da porosità del legno stesso, e bisogna farlo prima di procedere al trattamento.
La lavorazione del legno si presta a tante idee, persino quella di riportare alla luce il perduto splendore di un antico e pregiato mobile che si ha in casa. Bisognerà per prima cosa coprire i fisiologici buchi creati dal tempo, utilizzando uno stucco apposito per legno. Solo dopo si potrà procedere con la livellatura della superficie legnosa attraverso l’uso della carta vetrata.